RSA nell’area ex Master Tools in via Ronchi a Rovereto
Concluso il concorso di progettazione
di Francesco Collotti
Francesco Collotti, architetto, professore ordinario di Composizione architettonica e urbana all’Università degli studi di Firenze, è autore di numerosi interventi oggetto di pubblicazioni e premi tra cui, in Trentino, il recupero del Forte di Pozzacchio.
Insieme alla prof.ing. Francesca Da Porto e al prof. Marco Maria Trabucchi ha fatto parte della Commissione giudicatrice del Concorso. RUP della procedura è il dott. Massimiliano Colombo, assistito in fase di concorso dal Coordinatore e dal Segretario verbalizzante dott. Alessandro Monti. Il quadro economico ammonta a € 17.104.235,00 IVA inclusa.
Il concorso di progettazione per la nuova RSA nell’area ex “Master tools” in via Ronchi a Rovereto, espletato in due fasi, ha visto la partecipazione di 38 concorrenti tra i quali la Commissione giudicatrice ha scelto i 5 progetti finalisti, meritevoli di ulteriori approfondimenti e studi rispetto alla prima fase. Tra i 5 progetti è stato in seguito individuato il vincitore. Complessivamente i cinque gruppi hanno sicuramente lavorato molto e approfondito quasi tutti gli aspetti relativi all’articolato programma di funzionamento di una RSA realizzata in un punto difficile della città, da interpretare con ascolto dei luoghi e delle differenze.
Il tema di progetto e l’area erano infatti particolarmente complessi e delicati: a questo ha fatto fronte l’approfondito percorso di preparazione al concorso, che ha visto il coinvolgimento di tutto gli organi legati alla struttura, la modalità di predisposizione della procedura e l’elevata qualità dei materiali messi a disposizione dei concorrenti.
Cercando di assolvere al mandato ricevuto dal Committente, la Commissione giudicatrice ha proposto che cinque differenti tipi di edifici fossero premiati per la seconda fase in ordine ai loro particolari caratteri corrispondenti a cinque diverse modalità di approccio all’area e al tema. Un solido compatto eppure non invasivo, un impianto realizzato intorno a una grande corte, un corpo a elle ben orientato e terrazzato, un complesso analogo a un convento con diverse corti e un impianto a padiglioni.
Il tutto pensando al ruolo di responsabilità civile che la figura dell’architetto (e del facitore di forme più in generale) oggi a maggior forza riveste in un’epoca di grande frastuono e molto esibizionismo tecnologico spacciato per sostenibile. Costruire a Rovereto implica una consapevolezza del luogo e dell’esperienza del contemporaneo in architettura. Rovereto è stata uno dei luoghi originari del Moderno con Libera, Gigiotti Zanini, Pollini (e Figini), con i pensieri alti di Carlo Belli. Fino ad arrivare ad alcuni episodi più recenti come il Mart di Mario Botta. Questo ha imposto anche per la nuova RSA delle scelte che cercassero di individuare questa assunzione di responsabilità da parte dei concorrenti.
1°classificato. Capogruppo arch. Alex Braggion - Il complesso proposto, risultante vincitore nella valutazione comparata con gli altri progetti passati alla seconda fase, presenta una forma molto compatta rispetto al lotto e garantisce un approccio chiaro e coerente che può risolvere le problematiche poste dal particolare doppio affaccio dell’area su via Maioliche e su via Ronchi (corrispondente anche a caratteri urbani differenti). Il progetto dell’edificio è improntato a criteri di sostenibilità ambientale che vengono declinati nella forma non dispersiva e chiara, nell’orientamento, e nell’utilizzo di sistemi strutturali in legno di comprovata validità. Convince lo sviluppo del planovolumetrico e di come l'edificio prende la terra sviluppando coerentemente e in modo logico e pulito il programma posto dal Committente.
2°classificato. Capogruppo arch. Marco Pavarani - Il progetto è articolato intorno a una grande corte con andamento planialtimetrico estremamente variato. La tipologia prescelta presenterebbe, se coerentemente sviluppata, un approccio interessante nel rapporto tra pieni e vuoti. L’ipotesi proposta è decisamente improntata ai principi di design biofilico di cui si ripromette lo sviluppo nell’eventuale fase realizzativa. Restano da approfondire le soluzioni tecnologiche ipotizzate. La tecnologia strutturale è basata su elementi verticali in calcestruzzo armato e orizzontamenti in CLT e calcestruzzo.
3° classificato. Capogruppo arch. Raul Pantaleo - Il progetto si basa su uno schema a “elle” molto chiaro e ben orientato rispetto al lotto. Di particolare interesse l’interazione tra i corpi di fabbrica e le terrazze corrispondenti ai piani che consentono di ridurre l’impatto al suolo e al contempo di rispondere ai criteri proposti dalla Committenza alla base del concorso. La tecnologia strutturale è molto tradizionale e consolidata, prevedendo una struttura portante a telaio con pilastri e setti in cemento armato, solette bidirezionali e tamponamenti in laterizio. Molto curati sono gli aspetti impiantistici e quelli legati alla sostenibilità, alla durabilità, alla gestione dell’edificio, al comfort interno e al benessere. L'efficacia schematica della proposta lascia di contro poco sviluppati gli aspetti relativi alla composizione architettonica e alla contestualizzazione del progetto.
4° classificato. Capogruppo ing. Massimo Buson - L’impianto molto particolare di questa proposta muove da una tipologia a successive corti di tipo conventuale, che rende il progetto particolarmente interessante e desideroso di interagire col tema della casa, lasciando tuttavia aperte diverse problematiche relative all’interazione tra l’ambizioso programma architettonico e il programma funzionale tipico di una RSA. Il progetto dell’edificio è improntato a criteri di sostenibilità ambientale e ipotizza un sistema costruttivo in legno di comprovata validità che interagisce con diverse interessanti soluzioni non convenzionali. Alcune criticità sarebbero da approfondire relativamente alle scelte impiantistiche.
5° classificato. Capogruppo arch. Stefano Sbarbati - Il progetto propone un impianto articolato su tre grandi padiglioni prismatici nei cui collegamenti si sviluppano alcune delle parti comuni dell’accoglienza e della struttura. Apparentemente molto carente e lineare, il progetto presenta viscosità distributive in ordine al programma proposto circa il funzionamento dei diversi reparti della RSA. La proposta è per una struttura con utilizzo del legno come materiale principale, descrivendone adeguatamente i vantaggi rispetto a soluzioni tradizionali. Dal punto di vista impiantistico la proposta meriterebbe di essere maggiormente approfondita.
1°classificato. Capogruppo arch. Alex Braggion
2°classificato. Capogruppo arch. Marco Pavarani
3° classificato. Capogruppo arch. Raul Pantaleo
4° classificato. Capogruppo ing. Massimo Buson
5° classificato. Capogruppo arch. Stefano Sbarbati